Trial Socio-compatibile: sport nel rispetto dell’uomo e della natura.



Intervista allo staff del Valli del Canavese Trial Team.



Il Valli del Canavese Trial Team è un Moto Club nato sul nostro territorio nel lontano 1977. Da allora alterne vicende lo hanno portato fra le tante cose, all’organizzazione di una prova di Campionato del Mondo nel 1981 e di una di Campionato Italiano nel 2009, ma anche a un periodo in cui solo l’ostinazione di pochi soci ha permesso di scongiurarne la chiusura.

Oggi però, il Direttivo raccoglie con soddisfazione il frutto del lavoro di questi ultimi tempi: 130 iscritti e circa 40 piloti impegnati in competizioni a livello agonistico sanciscono il sodalizio come uno fra i più importanti del settore trial.

A poco più di un mese dall’ultima edizione della “Transculinaria”, cavalcata motociclistica per buone forchette, che ha riscontrato, un lusinghiero afflusso di partecipanti, chiediamo al Presidente Vanni Crisapulli le ragioni di questo successo: “I motivi sono essenzialmente due: un affiatato e volenteroso gruppo di lavoro e un’attenzione particolare per il territorio e le persone. Gli appassionati hanno sentito questo e ci hanno premiato con un’affluenza ‘imbarazzante’ ”.

In effetti, fin da tempi in cui l’ecologia era ancora un termine sconosciuto, il simbolo del Moto Club è uno scoiattolo, spettatore indisturbato di questa pratica sportiva e testimone dell’amore dei trialisti per la natura.

Ma cosa significa il termine ‘Socio-compatibile’ che appare spesso sul materiale promosso dal Valli del Canavese?

E’ ancora il Presidente Vanni a risponderci: “il trial è da sempre considerato sport eco-compatibile: motori puliti, leggerezza dei mezzi e pneumatici non aggressivi consentono la nostra pratica sportiva in simbiosi con la natura.

Da alcuni anni il nostro sodalizio, attento alle esigenze del territorio in cui opera, promuove tra i suoi associati (fra cui un discreto vivaio di giovanissimi piloti n.d.r.) un comportamento Socio-compatibile, rispettoso dell’ambiente e rispettoso e collaborativo verso quelle persone che a qualsiasi titolo interagiscono con le aree e i percorsi destinati alla nostra attività, e a maggior ragione con chi, dando la propria disponibilità, la rende possibile.

Nell’organizzare le nostre manifestazioni mettiamo in pratica questo concetto: locandine, comunicazioni ai residenti per spiegare la nostra attività consegnati porta a porta, ringraziamenti ai proprietari dei fondi, piena sinergia con il Comune, un’attenta segnaletica sul trasferimento a beneficio del pubblico, percorsi totalmente ripuliti da rovi e rifiuti, belle zone e buona organizzazione sostenuta da gran parte dei soci che lavora in un clima amichevole e collaborativo”.

Ma i trialisti sono gente pragmatica, abituati a superare gli ostacoli con un colpo di gas, perciò seguono più con l’istinto che con la ragione i dettami del trial Socio-compatibile; lasciamo allora che sia la dott. in Sociologia Stefania Querio a spiegarci questo innovativo approccio al fuoristrada: “ Se si prova a riflettere con più attenzione su questo aspetto è chiaro quanto importante sia il rapporto con l’altro nella definizione dei comportamenti di un’organizzazione che necessariamente deve mantenere un equilibrio rispetto all’ambiente fisico e sociale in cui agisce. Per questo motivo il Moto Club cerca di agire sempre con riferimento agli altri attori con cui entra in contatto e rispetto a regole in parte definite autonomamente e in parte recepite da ciò che lo circonda secondo l’accezione dei concetti di autonomia ed eteronomia proposta da Weber (uno dei padri della Sociologia n.d.r.); è dunque importante costruire un rapporto collaborativo e di reciproco sostegno tra organizzazione, territorio e attori sociali per promuovere la stessa visione di sviluppo locale partecipativo e sostenibile”.



La richiesta ai Comuni Canavesani di aree e percorsi autorizzati è perciò finalizzata alla pratica del loro emozionante sport, ma consapevoli che l’amore per la natura e il rispetto per il prossimo sono concetti imprescindibili per il sodalizio Cuorgnatese.

Il concordare con le Amministrazioni locali i luoghi dove le minimaliste moto da trial non arrecano danno e non disturbano il prossimo è quindi parte integrante di questa idea.

Ma attenzione, il Consigliere Antonio Perino è categorico su un punto: “Per ottenere i permessi dai Comuni noi ci siamo fatti garanti del rispetto del territorio. I sindaci si fidano di noi e conoscono il quasi nullo impatto ambientale che la nostra attività sportiva comporta. Deve essere chiaro che questi percorsi sono destinati alla sola pratica del trial in moto. Non ce ne vogliano gli amici fuoristradisti dediti ad attività analoghe, ma mezzi diversi dal trial, per le loro caratteristiche di peso, velocità e potenza non sono compatibili con questi terreni, dove l’autorizzazione alla pratica del trial non giustifica l’accesso a veicoli di diversa natura”.

Rincara la dose il Direttore Sportivo Roberto Beroggio: “ Fra l’altro, come fruitori di aree e percorsi, ci siamo impegnati con le Amministrazioni ad esercitare una forma di controllo che attraverso il monitoraggio prevenga su questi terreni abusi di ogni tipo, incendi e discariche non regolamentate. Consigliamo quindi a chi usa mezzi diversi dai trial, di fare pressioni verso i propri club perché richiedano permessi analoghi in aree adeguate, anziché utilizzare abusivamente i nostri percorsi, con danno all’ambiente e d’immagine nei nostri confronti.

Invitiamo invece gli appassionati trialisti a partecipare alle nostre manifestazioni, all’insegna dello sport, della buona tavola, dell’amore per la natura e… del Trial Socio-compatibile”.



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