Contusi e Felici alla meta.

 

Si è svolta a Torino la 2°Red Bull Soap Box Race.

 

Se siete di quelli che arrivate a casa la sera tardi dopo l’ennesima giornata storta al lavoro, dopo l’ennesima coda in mezzo a un traffico selvaggio e nevrotico e sedendovi a tavola per la cena vi sentite depressi ed impotenti nell’ascoltare notiziari che parlano solo di violenze, stupri, assassini, o ben che vada dell’ennesima lite fra gli uni e gli altri tesa non al bene del Paese, ma solo a denigrare le ragioni dell’altro a favore delle proprie… beh, se siete di quelli che sempre più spesso meditano di prendere carta e penna per scrivere al Presidente Napolitano e chiedergli se davvero non si indigna per un Paese così allo sbando e siete consapevoli che comunque la cosa non sortirebbe effetto alcuno, sappiate che la medicina esiste, l’antidepressivo che fa al caso vostro si chiama Red Bull Soap Box Race, una dicitura complessa che in italiano prosaico si traduce in ‘corsa dei carretti’.

Ma quella che si è svolta domenica 28 settembre a Torino, nelle vicinanze del Monte dei Cappuccini era qualcosa di più di questo: era la testimonianza dello spirito italico, mai domo, mai sconfitto, mai depresso o disperato che reagisce con gioia e goliardia ai periodi di crisi e’vacche magre’.

E mentre quelli che si fanno chiamare ‘onorevoli’ si accapigliano nell’ennesima disputa su chi è più bravo nell’evitare il collasso, ‘loro’, semplici dipendenti, geometri e casalinghe, studenti e ragazze, ma anche insospettabili attempati pensionati, mettono insieme quattro ruote di carriola o di bici, un telaio a traliccio da fare forse invidia alla Ducati, ma  rigorosamente auto costruito, improbabili freni degni dell’età della pietra e si buttano giù per un pendio all’insegna del ‘tanto peggio, tanto meglio’.

La musica incalza e il ritmo dei ‘muppets show’ enfatizza la discesa traballante di questi coreografici carretti: alcuni sono veloci, progettati al meglio per la discesa, altri hanno ruote che si sfasciano a guardarle e puntano tutto sull’allestimento scenico, altri si schiantano sulle transenne che proteggono il pubblico senza riuscire a vedere il traguardo.

E così, un pubblico finalmente libero dalle preoccupazioni quotidiane vede sfilare ferri da stiro, scarpe, animali di ogni foggia, bighe, personaggi dei cartoons, un’esploratore che cuoce nel pentolone, il Titanic mentre affonda e l’immancabile vasca da bagno con ‘servizi’ ovviamente occupati…  ma tutti con piloti dall’impassibile consapevolezza di essere italiani, maestri del ‘sapersi arrangiare’ e del ‘speriamo che me la cavo’.

Ma non tutti sono fortunati: l’equipaggio di ‘bale at fioca’ (una veduta di Torino con tanto di Mole durante una nevicata), si butta dopo mille preparativi giù per la rampa di partenza e si ritrova con i freni bloccati e fumanti senza neanche arrivare alla prima curva.

Ma la velocità di percorrenza e l’allestimento sono solo due dei tre parametri che portano a scegliere il vincitore.

La parte più esilarante si svolge alla partenza dove ogni equipaggio (tre ‘spingitori’ e uno o due ‘piloti’) devono esibirsi in un siparietto in tema con l’allestimento del proprio mezzo.

Da segnalare l’esibizione di un gruppo con tanto di danza Maori, di antichi romani dal perfetto accento ‘stile Impero’ e di graziose quanto poco vestite infermiere alle prese con un carretto a ‘letto d’ospedale’.

La palma dell’originalità non può però che andare all’equipaggio i cui spingitori, vestiti da ovulo e spermatozoi si sono esibiti sul palco nel miracolo della procreazione.

Incredibile l’amicizia e l’affiatamento che lega questi equipaggi e ancora più straordinario e come si sia potuto formare un equipaggio con componenti misti, addirittura di regioni così diverse come Piemonte e Toscana.

E’ stato infatti l’ideatore del mezzo ‘Contusi e Felici’, il senese Massimiliano Falchi e il suo ‘secondo’ Luca Camaiani a volere come spingitori una rappresentanza del Valli del Canavese Trial Team, nelle persone di Roberto Billetto, Paolo Cottellero e ‘Vanni’ Crisapulli.

Alla partenza, dopo un pit-stop a base di vino e salumi nostrani, la ‘barrique’ di Chianti classico corredata di tralci di vite veri con tanto di grappoli maturi si è letteralmente fiondata lungo il percorso grazie alla spinta dei tre atletici spingitori. Nonostante l’inquietante scritta sulle fiancate (MORIREMO TUTTI!) il veloce carretto dotato di ruote da scooter e freni idraulici a disco ha avuto una ottima performance, guadagnando il massimo punteggio nella prova siparietto e completando la discesa nel tempo di 1.41.

E così, questo senese dipendente di un’azienda vinicola toscana e socio più lontano del sodalizio canavesano, ha portato gli scoiattoli cuorgnatesi ( tutt’altro che dei ‘bugia nen’), ad esibirsi in questa simpatica esperienza, distogliendoli per un giorno dall’organizzazione dell’imminente Mountain Trial in programma per il 12 ottobre a Borgiallo e chiamata Transculinaria… anche qui, il nome è tutto un programma.

Contusi e Felici alla partenza

Il team

 

 

 

 

 

Vero vitigno Chianti

Altre immagini....

...prese a caso.